Contessa Lara, Per Ragazzi, Illustrato Da Mazzanti, 1921 immagine 1

Contessa Lara, Per Ragazzi, Illustrato Da Mazzanti, 1921

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CONTESSA LARA

 

 

UNA FAMIGLIA DI TOPI

 

 

Firenze, Bemporad, 1921.

Cm.18, pp.241, telato edit. figur. (difetti)

 

Bella opera narrativa per ragazzi arricchita dalle illustrazioni del noto artista

ENRICO MAZZANTI

 

Opera data in premio ad uno studente molisano, di Campobasso, dal preside Marino, di una scuola elementare locale (pagina manoscritta).

 

DI INTERESSE CULTURALE LETTERARIO ARTISTICO BIBLIOGRAFICO

 

Buona conservazione generale, segni o difetti d'uso o d'epoca.

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CONTESSA LARA (1849-1896) o forse Eva Kattermole, alterò la sua data di nascita, spostandola al 1858, per vanità. Figlia dell'anglosassone Guglielmo Cattermole, console a Cannes, e di Elisa Sandusch, di nazionalità italiana, visse a Firenze per gran parte della sua vita.
Imparò l'inglese, il francese e lo spagnolo dal padre, e la musica dalla madre. Fu istruita anche dalla poetessa Marianna Giarrè-Billi, a cui dedicò uno dei suoi racconti più tristi.
Grazie all'influenza dello scrittore Francesco dall'Ongaro, un amico di famiglia, pubblicò, a soli diciotto anni, Canti e ghirlande (1867), inizialmente pensato per accompagnare dei fiori donati alla madre. Questa raccolta, stroncata da Croce, risentiva molto dell'influenza di altri poeti.
Mentre la giovane donna si faceva strada nella vita dei salotti fiorentini, si stava creando una reputazione come giovane scrittrice neoromantica. In uno dei salotti da lei frequentati, conobbe Eugenio Mancini, che divenne suo marito, nonostante l'avversione della famiglia di lui. Piena di amore romantico, nel 1892, pubblicò L'innamorata, un romanzo semi-autobiografico.
Alcuni anni dopo però, le relazioni extraconiugali di entrambi gli sposi sfociarono in un duello, che vide confrontarsi Eugenio Mancini con il suo migliore amico, Giuseppe Bennati. Il secondo ebbe la peggio, e Mancini fu accusato di omicidio, creando uno scandalo. Ma anche l'amante di Eugenio morì, a causa di una dose di acido solforico, e si racconta che Evelina le tagliò tutti i lunghi capelli, che legò ad un velo e pose sulla tomba del suo amato. Dopo quell'evento, i due coniugi non si rividero più.
A partire dal 1875, Evelina iniziò a collaborare con diversi quotidiani e riviste, iniziando la sua breve vita da giornalista. In questo secondo periodo della sua vita, iniziò, pare, una relazione con lo scrittore Mario Rapisardi, che sicuramente favorì la pubblicazione del suo secondo volume di poesie, Versi (1883), uscito con lo pseudonimo di Contessa Lara.
A questa seguirono, nel 1886, un'altra raccolta, intitolata Ancora Versi, e diversi libri per bambini, che ebbero un grande successo. Dopo la sua morte, inoltre, furono pubblicate diverse opere in prosa ed una raccolta di poesie.
Nel 1896, la Contessa Lara fu assassinata dal suo amante Giuseppe Pierantoni, che le sparò. Questo straordinario omicidio, unito ad una vita pubblica costellata di scandali, conferirono a questa scrittrice un'aura "bizantina", che ben si adattava alla voga del tempo.(dal web)

 

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