
Puglia, Trani, Teatro, Bovio, Cristo Alla Festa Di Purim, Gerusalemme, Ebrei, Napoli
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GIOVANNI BOVIO
CRISTO
ALLA
FESTA DI PURIM
Napoli, s.i.t., s.d (1894 ?)
Cm.18,5; pp. 24; bross. edit.
Interessante edizione antica e d'epoca,
pubblicazione a cura del noto autore pugliese, filosofo e politico, originario di Trani, in provincia di Bari,
con una prefazione dell'autore, datata Roma 1894,
e all'interno la rappresentazione, ambientata in Gerusalemme, con sinagoga e ebrei e legionari romani,...
con interpreti
Giuda di Keriot, Maria di Magdala, lo Shelich, Moab, Manasse, un'Etera, l'adultera, congiurati, farisei, scribi, popolani, donne baccanti e uomini di altre nazioni convenuti alla festa delle sorti, ...Voce di Cristo.
DI INTERESSE TEATRALE, RELIGIOSO, BIBLIOGRAFICO
rara edizione, attualmente due soli esemplari noti nel sistema bibliotecario nazionale
Discreta conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e difetti vari marginali, esemplare parzialmente scucito e a fogli sciolti, maldestra sfogliatura di alcune carte con difetti al margine superiore, complessivamente pubblicazione ben conservata e forse poco o raramente sfogliata.
(l'immagine allegata raffigura un particolare della copertina anteriore, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)
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Giovanni Bovio
Giovanni Bovio (Trani, 6 febbraio 1837 – Napoli, 15 aprile 1903) è stato un filosofo e politico italiano, sistematizzatore dell'ideologia repubblicana e deputato al Parlamento del Regno d'Italia.
Autodidatta, pubblica nel 1864 Il Verbo Novello, un poema filosofico scritto con intonazione enfatica. Fra i suoi scritti si ricordano la Filosofia del diritto, il Sommario della storia del diritto in Italia, il Genio, gli Scritti filosofici e politici, la Dottrina dei partiti in Europa, i Discorsi.
Bovio fu anche deputato alla Camera: nel 1876, con il subentrare della Sinistra costituzionale alla Destra, fu eletto nel collegio di Minervino Murge. Il suo atteggiamento, diversamente da quello dei suoi compagni che condividevano l'idea repubblicana, non fu incline all'astensionismo.
Napoli fu la sua città di adozione, dove morì il 15 aprile 1903. La città gli ha dedicato una piazza, che i napoletani continuano però a chiamare con l'antico nome di Piazza Borsa.
« (Napoli) In questa casa morì povero e incontaminato
Giovanni Bovio che meditando con animo libero l'Infinito e consacrando le ragioni dei popoli in pagine adamantine ravvivò d'alta luce il pensiero italico e precorse veggente la nuova età. » |
(Epigrafe di Mario Rapisardi) |
Come ideologo repubblicano, Bovio ebbe il motto "definirsi o sparire": palesò insomma ai repubblicani l'esigenza urgente di un'impostazione non confusa e non settaria, di una chiara direzione che spinse poi i repubblicani a definirsi in partito di moderno tenore.
Bovio stabilì per il Partito repubblicano nessi e prospettive nazionali ed europee.
Egli considera la monarchia come l'attuale realtà italiana. Ne segue che la repubblica è utopia, e Bovio si dichiara utopista. Nel suo pensiero la monarchia cadrà, proprio quando dovrà risolvere il problema della libertà. Serve comunque un lungo periodo perché la situazione monarchica si deteriori. Colma evidentemente di determinismo, la sua filosofia si definiva come naturalismo matematico.
Differentemente dalla teoria socialista, Bovio riteneva che il nuovo Stato a venire avrebbe avuto una "forma storica", non potendo dimensionarsi unicamente sulla base di azioni economiche. Bovio introduceva dunque una concezione formale dello Stato, che si sforzò di divulgare anche presso i ceti operai.
Bovio ebbe comunque anche l'esigenza di definirsi rispetto agli anarchici. La forma repubblicana, scrisse, è a metà strada fra la monarchia e l'anarchia, vale a dire fra l'ipertrofia dello Stato e la sua totale anarchica abolizione. Non a caso, quando l'anarchico Gaetano Bresci compì l'attentato contro Umberto I, il nostro filosofo invitò tutti gli anarchici a desistere dalla violenza. In sostanza, un'esagerazione utopistica tradotta in atti sanguinari (l'opera degli anarchici) avrebbe prodotto un rafforzamento reattivo dell'autorità costituita, allontanando proprio il momento dell'avvento della repubblica. Troviamo in lui un tentativo di superare l'idealismo della metafisica idealistica e insieme con essa l'approccio empirico del positivismo. Fondamentalmente Bovio introdusse in Italia l'eco delle nuove correnti speculative nella filosofia del diritto.
« Giovanni Bovio — cittadino di spartana austerità — fra il mercimonio affannoso dei politicanti — pensatore solitario — fra lo strepito di cozzanti dottrine — artefice possente di stile — fra la pretenziosa nullaggine dei parolai — traversò impavido — le torbide correnti del secolo — e ne uscì puro a fronte alta — con l'animo illuminato — dalla fede confortevole — nell'ascensione perpetua del pensiero umano. » |
(Epigrafe di Mario Rapisardi) (dal web, wikipedia) |
